Qualche tempo fa Google era andata incontro ad un pesante ammonimento da parte di organi giuridici. Come ben sapete, Street View è quel servizio che permette all’utente di esplorare le strade del pianeta semplicemente con qualche click; e ciò avviene grazie alle cosiddette googlecar, veicoli di proprietà di Big G che esplorano il mondo fotografandone ogni luogo. Ma anche i semplici utenti hanno un ruolo fondamentale nella cosa: chiunque, infatti, può contribuire con Google Maps inviando foto e materiale relativo ad un determinato luogo, andando in questo modo ad arricchire sensibilmente il database dell’azienda di Mountain View. Ma tutto questo, come immaginate, porta con sé diversi dati sensibili degli utenti, a quanto pare conservati erroneamente da Google.
Ma questo è il passato: incalzata dall‘Information Commissioner’s Office, Google si è vista costretta (a ragione) a cestinare ogni traccia di quei dati (generalmente URL, indirizzi email e password), scusandosi pubblicamente per l’accaduto. Oggi, però, durante un processo di revisione della sicurezza di Google Street View, la società sembra aver scoperto di essere ancora in possesso di alcuni dati sensibili degli utenti, per qualche ragione non finiti nel cestino, e lo ammette inviando una missiva a diversi stati del mondo.
L’azienda, ovviamente, si è scusata pubblicamente una seconda volta, ma dubitiamo che questo basti a frenare le collere dell’ICO e dei garanti d’Europa, che adesso sembra si stiano muovendo per dare inizio ad una nuova indagine per scoprire cosa è successo e in quali termini. Nello specifico, in questa difficile questione riguardante Street View, gli attivisti di Privacy International hanno parlato di una “litania di disastri”, a sottolineare come cose del genere non dovrebbero succedere in nessun caso al mondo.
Ad ogni modo, staremo a vedere. La cosa certa è che da un gruppo grande, affermato ed influente come Google non ci saremmo mai aspettati una simile “distrazione”.