Facebook Home, la nuova suite di applicazioni che rivoluziona la home screen dello smartphone in cui è installata, si può considerare come una vera e propria “invasione di campo” da parte di Facebook. L’azienda di Palo Alto, essenzialmente, si sta muovendo all’interno del campo di Google, traendo vantaggio del software creato e lanciato dal competitor – Android, appunto.
Ma che cosa farà di preciso questo Facebook Home? Installato su dispositivi Android, mostrerà gli aggiornamenti di Facebook direttamente all’interno della schermata home, appunto, senza che l’utente debba accedere effettivamente all’applicazione relativa. Il software sarà disponibile per il download a partire dal 13 Aprile, e verrà lanciato come “di serie” all’interno del nuovo HTC First, e sarà poi disponibile anche per Galaxy S3 ed S4.
Google, insomma, “mette a disposizione” Android per iniziative simili, sperando che gli utenti continueranno ad utilizzare i suoi servizi – un po’ come fa con Maps e Gmail, di certo piattaforme non appannaggio dei dispositivi Android.
Con la presentazione di Home, è chiaro, Facebook vuole mettere il suo social network nello spazio tra Google e i suoi utenti, spingendo questi ultimi più verso i suoi prodotti che verso quelli di Google (la schermata home sarà praticamente ridisegnata in modo che giri intorno agli aggiornamenti provenienti dal social network) e traendo vantaggio dal fatto che Mountain View metta davvero pochi vincoli sulle possibilità degli sviluppatori di modificare Android a piacimento.
Dall’altro lato, come è possibile intuire, Facebook Home non funzionerà su iPhone senza approvazione di Apple e una stretta collaborazione tra le due società – cosa che, inutile girarci intorno, è piuttosto difficile che avvenga.
“Facebook Phone”, dice l’analista Dediu dal suo account Twitter, “può funzionare solo su Android, perché solo Google è così sciocco da permetterlo”.
Durante l’evento, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg sottolinea come Google sia al corrente del progetto, ma non ci sia mai entrato in prima persona. Aggiunge inoltre, all’ipotesi di un cambio di idea da parte di Google, che è teoricamente possibile ma piuttosto improbabile: si tratterebbe di una svolta in contrasto con la tanto decantata apertura e libertà di Android.
via | Yahoo