Non è certo un segreto che Facebook non è esattamente il luogo migliore per tenere segreti. Owen Campbell-Moore, uno studente di informatica all’Università di Oxford, ha studiato un metodo per inserire messaggi segreti all’interno della piattaforma sociale di Mark Zuckerberg. Si chiama Secretbook, ed essenzialmente fa uso della steganografia JPEG per inserire dati all’interno delle foto, apportando solo qualche modifica impercettibile. Il messaggio è così nascosto all’interno del makeup digitale dell’immagine, non sui pixel, quindi si può parlare di qualcosa di simile a un inchiostro invisibile.
Campbell-Moore ha parlato della cosa con un post sul suo blog, Lunedì mattina.
Utilizzare la steganografia, essenzialmente, significa nascondere messaggi all’interno di cornici insospettabili, come dati o foto. L’idea è nata dal fatto che gli strumenti già esistenti non sono mai stati utilizzati all’interno di piattaforme sociali. Il mio professore Andrew Ker ed io abbiamo pensato questa fosse la cosa migliore da fare. Ci sono milioni di foto condivise ogni giorno su Facebook, quindi sarebbe un luogo ideale in cui scambiare informazioni private.
Per utilizzare l’applicazione, voi e il vostro interlocutore potete scaricare l’estensione (la trovate qui), quindi attivarla premendo Control-Alt-A su Facebook. Effettuate l’upload della foto, e vedrete un popup che vi informa di quanti caratteri possono essere inseriti all’interno della foto (la maggior parte delle foto pone un limite a circa 136 caratteri, un po’ come un tweet).
Una volta che avrete scritto il vostro messaggio avrete bisogno di inserire una password, che il vostro interlocutore dovrà conoscere. Quando la foto sarà pubblicata, chiunque debba ricevere il vostro messaggio potrà premere Control-Alt-A, inserire la password corretta e leggere così il messaggio segreto.
Campbell-Moore ci informa del fatto che l’estensione è stata già scaricata da oltre 7.000 utenti. Vi invitiamo a dare un’occhiata al video presente in questo link per avere un’idea di come funziona il tutto.
via | Mashable