Solo qualche giorno fa tra queste pagine vi abbiamo parlato di un’intervista del Guardian al co-fondatore di Google, Sergey Brin, che esprimeva le sue perplessità in termini di libertà informatica. Tra le altre cose, oltre ad attaccare le società governative che lottano contro la pirateria in modi, secondo lui, pericolosi e nocivi per internet, ha anche avuto da dire su aziende come Apple e Facebook, che agirebbero contro la libertà e la fruizione del web. Ma oggi il trentasettenne rettifica tutto riguardo quest’ultima parte…
…specificando come ci sia stato un equivoco nelle sue parole. Brin ribadisce infatti il danno apportato da alcuni governi nel mondo della rete, e si dice ancora contrario alla lotta delle major contro la pirateria. “Credo che questi sforzi siano sbagliati e pericolosi”. E fin qui si conferma tutto quello che aveva detto nell’intervista. È parlando di Apple e Facebook, però, che le cose cambiano.
Adesso, le due aziende “hanno dato un contributo chiave alla libertà del web”. Brin, infatti, sottolinea che le sue preoccupazioni riguardano esclusivamente i limiti imposti sui software, ma dice di non aver mai parlato di dati e servizi offerti. “Il tema degli ecosistemi digitali chiusi ha portato all’incomprensione delle mie opinioni”, precisa. “Per chiarire, io non credo che questo problema sia da mettere sullo stesso piano della censura fatta da parte dei governi”.
E come se non bastasse questo cambio di versione, il co-fondatore di Big G si è esibito in qualche (forse esagerata) frase di ammirazione verso le due aziende suddette. “Ammiro molto Apple e Facebook”, dice, “e ho sempre amato i prodotti Apple. Sto scrivendo questo post dal mio iMac on la tastiera Apple a cui sono affezionato da sette anni. Facebook ha contribuito invece a mettere in contatto centinaia di milioni di persone e lo reputo uno strumento fondamentale di espressione politica, determinante per la primavera araba. Entrambi hanno dato un contributo chiave al libero flusso di informazioni in tutto il mondo”.
Insomma, probabilmente dopo l’intervista di ieri Brin si è fatto due calcoli e ha capito che affermazioni del genere avrebbero potuto essere piuttosto nocive, soprattutto in un settore di competizione così accesa, dove ogni parola va pesata alla perfezione. Il buon Sergey ha ancora qualcosa da imparare nei rapporti pubblici.