Bloomberg: Apple pronta a lanciare iWatch. Primo rivale dei Google Glass?

La famosa testata Bloomberg ha recentemente rivelato che Apple avrebbe un team di 100 persone al lavoro sul nuovo iWatch che, stando all’ultimo report, la compagnia di Cupertino sarebbe pronta a lanciare già quest’anno. Si tratterebbe di un “orologio” in grado di chiamare, visualizzare mappe e offrire un pedometro. Un device di certo molto interessante che andrebbe a cambiare lo scenario della tecnologia. 

Google Glass: JetBlue parla di alcune possibili funzionalità

Google Glass rappresentano sicuramente uno dei progetti tecnologici più interessanti del periodo in cui ci troviamo. Nonostante il mercato hi-tech sia praticamente controllato da smartphone e tablet dei marchi più disparati, Google ha deciso di provarci con qualcosa di veramente nuovo: occhiali digitali in grado di riportare informazioni sulle lenti, connettersi ovviamente ad internet, permettere la comunicazione, il controllo di email e social network, e così via. Una cosa che, a pensarci oggi, sembra così futuristica che è quasi difficile crederci. Eppure i Glass sono effettivamente in sviluppo, e il co-fondatore di Google è stato addirittura avvistato nella metro di New York, mentre li indossava. 

La Germania vuole tassare i link di notizie, ma Google non ci sta

Quella di oggi è una notizia a cui Google si sta opponendo fermamente. Dalla Germania è arrivato il primo sì, da una delle due Camere, sulla tassazione dei link delle notizie pubblicati sui motori di ricerca e negli aggregatori di notizie. Della cosa si parlava già lo scorso anno, e venerdì scorso si è per la prima volta concretizzata alla camera, nonostante un’aula praticamente a metà: si parla di 293 voti favorevoli contro 243 contrari. Si tratta di una novità per la quale il diritto esclusivo sulla pubblicazione di notizie per scopi commerciali sarà appannaggio proprio degli editori e dei produttori degli articoli. 

Presto vedremo i “Google Store”?

Quella tra Google e Apple è davvero una sfida senza esclusione di colpi. Si passa dai sistemi operativi – la battaglia tra iOS e Android dura ormai da diversi anni – e si arriva ai dispositivi veri e propri. Google in genere, a parte rari casi, ne affida la produzione ad aziende esterne, al contrario di Apple che invece produce tutto da sé. Ed Apple ha dalla sua un vantaggio non indifferente, che contribuisce a dar forza al marchio e farne aumentare il carisma: stiamo parlando degli Apple Store, veri e propri negozi “a tema” che si occupano soltanto di prodotti Apple. 

Google potrebbe pagare fino ad un miliardo di dollari per rimanere “in Apple”

Google ed Apple, lo sanno ormai tutti, sono i due grandi del settore di smartphone e tablet. E tra le due multinazionali, sebbene spesso non corra esattamente buon sangue (ricordiamo le dichiarazioni di Jobs secondo le quali Apple avrebbe volentieri scatenato una guerra termonucleare per distruggere Android), si sono sviluppate nel tempo diverse collaborazioni. Tra queste, ricordiamo ovviamente quella relativa a Google Maps, applicazione rimossa dalla dotazione di serie dei dispositivi Apple con l’aggiornamento ad iOS 6.0, lo scorso Settembre; e Google inteso come motore di ricerca predefinito, ancora presente all’interno dei vari iPhone, iPad e iPod Touch. 

Le informazioni personali che Google rilascia ad ogni acquisto di applicazioni Android

Ogni volta che comprate un’applicazione da Google Play, Google invia il vostro indirizzo email, la vostra posizione geografica e in molti casi il vostro nome completo allo sviluppatore dell’app. Questo, almeno, secondo quanto dice Dan, il creatore di Paul Keating Insult Generator per Android, che questa settimana, effettuando il login sul suo account Google Play, ha scoperto di avere i dettagli personali di ogni utente che ha acquistato la sua applicazione. 

Google Immagini si rifà il look

Un’azienda come Google offre tantissimi prodotti, che insieme vanno a creare un ecosistema completo e ben definito. Per questo c’è costante bisogno di rinnovamento, un rinnovamento che aiuta i servizi proposti a rimanere sempre al passo coi tempi. E in questo articolo vogliamo parlarvi proprio di un cambiamento che riguarda da vicino Google Immagini, piattaforma ormai usatissima e ben integrata all’interno della ricerca di Google, che ha pensato bene di cambiarsi il look. 

Google Earth, appaiono nuovi campi di prigionia in Corea del Nord?

Oggi vi parliamo di una questione abbastanza delicata, che riguara Google Earth e la Corea del NordCurtis Melvin, un blogger che si occupa di analisi economiche proprio riguardanti il paese asiatico, ha recentemente pubblicato sul proprio sito (raggiungibile a questo link) diverse immagini satellitari prelevate da Google Earth, che mostrerebbero la costruzione e l’esistenza di un campo di prigionia. Come forse sapete, la Corea del Nord è uno degli stati più chiusi e duri al mondo, e Melvin aggiorna il suo blog cercando di volta in volta di carpire cambiamenti e modifiche nella struttura sociale nordcoreana, specialmente quelli che le autorità vogliono mantenere segreti. 

Sergey Brin, in metro a New York con i Google Glass

Qualche tempo fa, il sito su cui state leggendo queste righe è stato il palco per un annuncio e qualche approfondimento davvero interessante: stiamo parlando delle notizie relative a Google Glass, i nuovi occhiali a realtà aumentata di Google che suscitano più di un sussulto agli appassionati di tecnologia. Nonostante ancora non si conoscano i dettagli, né tantomeno prezzi o date d’uscita, se ne parla già tantissimo in rete, e la curiosità è davvero tanta. E pensate cosa può esser passato in testa a Noah Zerking, l’autore della foto che vi alleghiamo qui sopra, che viaggiando in metropolitana a New York si è visto di fronte Sergey Brin, co-fondatore di Google, che stava indossando proprio i Google Glass. 

Zeitgeist 2012: un video per l’anno appena trascorso

Come di consueto alla fine di ogni anno, Google pubblica su YouTube un video che vuole riassumere gli avvenimenti principali dell’anno appena trascorso. Il filmato, raggiungibile a questo link, dura poco meno di tre minuti, e cerca di fare un riassunto di quelle che sono state le ricerche più popolari, gli avvenimenti che più hanno lasciato il segno nel mondo della rete, ciò di cui, insomma, si è discusso di più. 

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