È l’era dei social network. Dopo le prime sperimentazioni avvenute ormai diversi anni fa, e soprattutto dopo il dominio di Facebook, ne stanno nascendo davvero a decine, dall’esito più o meno riuscito. E anche Google ha deciso di dire la sua in merito, lanciando – prima, nel Luglio 2011, in forma chiusa – il suo Google Plus, che nascendo su una base classica cerca di evolversi in declinazioni mai viste. Diamo un’introduzione a questo nuovo social network, a come si sta evolvendo e a cosa cerca di arrivare.
Sbaglia chi crede che Google Plus sia uguale a Facebook. Innanzitutto, le differenze si vedono fin da subito: la struttura grafica, per cominciare, è evidentemente molto più semplice (ma non semplicistica), tale da permettere all’utente di orientarsi meglio tra le varie funzioni offerte dal social network. Da notare l’introduzione delle Cerchie, un sistema di privacy che permette agli utenti di seguire gli aggiornamenti pubblici di qualcuno aggiungendolo appunto alle sue cerchie (del tutto personalizzabili) senza bisogno che il destinatario ricambi forzatamente (e ultimamente anche Facebook ha introdotto una funzione simile, probabilmente spinto dalla piattaforma sociale di Mountain View).
Google Plus può inoltre godere dei vasti accordi con gli sviluppatori di giochi che già si ritrova, essendo la casa di Android, potendoli quindi riproporre comodamente su browser, dal social network. Presente inoltre la chat testuale e il videoritrovo, una forma di chiamata audio/video totalmente gratuita, e senza vincoli di partecipazione (non come Skype, ad esempio), nel quale è anche possibile condividere video di YouTube (piattaforma sempre appartenente a Google).
Recentemente è stata introdotta su Google Plus anche l’opzione riguardante la creazione di pagine, funzione utilizzata già da diverse aziende importanti per pubblicizzare i propri prodotti e comunicare con i propri utenti.
Un punto di forza di G+ (punto di forza relativo, ovviamente) è quello di essere attualmente utilizzato da una certa fetta di utenti, e di non avere ancora la popolarità di Facebook.
Niente caos e migliaia di link condivisi tutti uguali, quindi, ma una diversa scrematura dei contenuti.
Almeno per il momento.