Per quanto alcune aziende si battano continuamente a favore della libertà di espressione, di azione e di parola, Google oggi ha messo alcuni paletti limite su determinati campi. L’azienda di Mountain View ha infatti proibito la compravendita di armi sul suo servizio Google Shopping, che raccoglie offerte ed annunci provenienti da tutto il web. Da ora in poi, insomma, non sarà possibile cercare su Google opportunità per acquistare armi, decisione che ha decisamente diviso il pubblico.
C’è infatti chi, da una parte, elogia questa mossa di Google ed è d’accordo col principio secondo il quale la compravendita di armi cozzerebbe con i valori di fondazione della società stessa; e chi, dall’altra parte, sostiene che sia una violazione dei primi due emendamenti della Costituzione degli Stati Uniti d’America, che tutelano il diritto del possesso di armi.
Il divieto imposto da Google, nel particolare, riguarderà articoli come fucili da caccia, coltelli e munizioni, e la società ci tiene a precisare che la decisione è stata presa dopo un’attenta riflessione ed un accurato esame delle situazioni a cui può portare la compravendita di armi, e sottolinea come abbia deciso di vietare la pubblicità di prodotti incompatibili con i suoi principi ispiratori.
I sostenitori dell’acquisto legale di armi su internet, però, non si fanno di certo attendere: sul sito Change.org è stata appena indetta una petizione per portare Google a rivedere la sua posizione, che messa in questi termini vieta agli utenti di acquistare o vendere armi anche per utilizzi del tutto leciti.
Per rispettare la decisione, Google ha già comunicato ai commercianti un invito a rimuovere i prodotti vietati dai feed di dati già registrati nel Merchant Center, la piattaforma utilizzata per caricare cataloghi di prodotti on-line.
E voi come vedete questa decisione? La ritenete giusta, o la considerate come limite alla libertà della rete, da parte di chi l’ha sempre promossa?